Dopo una partenza debole, ancora sulla scia del taglio dei tassi Usa che non ha convinto i listini, l’azionario europeo guadagna con acquisti su minerari e farmaceutica. Rendimento dei titoli di Stato Usa sotto l’1% nella scadenza a 10 anni.
Le Borse europee sono in moderato rialzo dopo l’iniziale debolezza che sembrava confermare una fredda accoglienza per la decisione della Federal Reserve di tagliare di 50 punti base il costo del denaro Usa, portando i tassi di interesse all’1-1,25%: la mossa non ha evitato il calo di Wall Street e la discesa dei t itoli di Stato Usa a 10 anni sotto la soglia dell’1%. Piazza Affari, dopo una partenza in calo, è sale dell’1% nel FTSE MIB e gli altri indici sono positivi. Dall’Asia sono arrivati nuovi indicatori sull’andamento dell’economia cinese colpita dal coronavirus: in particolare l’indice relativo all’attività dei servizi è crollato a febbraio ai minimi storici, come già avvenuto lunedì per l’indicatore sull’attività manifatturiera.
Piatta la chiusura di Tokyo, in lieve rialzo Shanghai e Seul, in calo dello 0,2% Hong Kong.
A Milano sale Exor che ha venduto PartnerRe per 9 mld di dollari
A Piazza Affari spicca in positivo Exor che ha raggiunto l’accordo con Covea per cedere la propria controllata di riassicurazione Usa PartnerRe per 9 miliardi di dollari. Acquisti su Poste Italiane e sulle utility (Terna, Enel, Snam) e tra i bancari su Ubi. Ancora pesante invece Banco Bpm dopo il tonfo dell’8% con cui il mercato ha reagito alla presentazione del nuovo piano industriale. Tra i bancari male Bper e Unicredit, debole il risparmio gestito. Il caos del campionato di calcio di Serie A per le misure di emergenza sanitaria fa scivolare Juventus Fc, ma anche i titoli di Lazio e Roma.
Mossa Fed non convince gli investitori
Il taglio a sorpresa da 50 punti base (il primo del genere per misura e situazione dal 2008) effettuato martedì 3 dalla Federal Reserve non ha convinto gli investitori, finendo probabilmente per allarmarli ulteriormente. Lo dimostra il calo marcato di Wall Street (che alla vigilia aveva peraltro guadagnato il 5%) e anche la chiusura positiva, ma sotto i massimi di giornata, dei listini europei. Secondo gli analisti di Unicredit, difficilmente l’intervento della Fed potrà dare una spinta alla domanda aggregata, a causa della situazione di freno costituita dalla paura per il coronavirus, e poco nulla potrà fare per risolvere i blocchi in corso dal lato dell’offerta. Pertanto è probabile che la Fed resterà in una posizione di attesa nel prossimo meeting di marzo per poi valutare se procedere con nuovi interventi.
BTp, decennale sulla soglia dell’1%. Spread resta a 165
Il clima di incertezza dei mercati ha portato ad acquisti sui titoli di Stato tant’è che il rendimento del decennale italiano è tornato a testare la soglia dell’1% per la prima volta negli ultimi 10 giorni. Lo spread tra BTp e Bund resta in area 165 punti.
Focus su banche centrali. Canada potrebbe tagliare
Gli occhi dei mercati resteranno inevitabilmente ancora puntati sulle ripercussioni dell’emergenza coronavirus e sulle mosse delle altre Banche centrali, Bce in testa. Probabile un taglio dei tassi da parte della Banca centrale canadese. Gli indici Pmi di Markit, realizzati presso i responsabili acquisti delle grandi aziende, mostrano un incremento a febbraio dell’attività dei servizi nell’Eurozona, una rilevazione che, così come quella sul manifatturiero diffusa lunedì 2, andrà verificata nella sua portata alla luce dell’impatto dell’epidemia.
Andrea Fontana, (Il Sole 24 Ore Radiocor)